Gli inguini sono la forza dell’anima,
tacita, oscura,
un germoglio di foglie
da cui esce il seme del vivere.
Gli inguini sono tormento,
sono poesia e paranoia,
delirio di uomini.
Perdersi nella giungla dei sensi,
asfaltare l’anima di veleno,
ma dagli inguini può germogliare Dio
e sant’Agostino e Abelardo,
allora il miscuglio delle voci
scenderà fino alle nostre carni
a strapparci il gemito oscuro
delle nascite ultraterrestri.
(Alda Merini, “La terra santa”)
Anche io ho usato quella foto per una sua poesia, stupenda.
Ti consiglio un bellissimo libro che raccoglie le fotografie più belle: “Colpe di immagini”.
Lo cercherò, grazie!
Quando la poesia riesce ad estrarre il succo dall’ uva. Acini di eros che si miscela in un ciborio più antico degli dei. L’amore diventa luogo di incontro mucosale, l’inguine resta terra proibita, rimanda ad un livello “altro”… l’inguine è conquista d’anima… lì é il ricongiungersi di opposti che danno spazio e luce al vivere. Se dall’ inguine con dolore nasciamo all’ inguine cerchiamo di ritornare come un nuovo grembo materno. Cos’é l’amore in fondo se non il cercare perennemente un’ oasi, un paradiso, un riposo che ci è donato dopo la lotta? Maddalena e Agostino partono entrambi da zone d’ombra, eppure salgono raggi di luce dall’ amore consumato. L’inguine può confondere il moralista, ma elogia chi é nato per arare quella terra da cui il seme germogliera’ fecondo di promesse. Il nuovo eden é il riposo del guerriero tra le braccia dell’ amata. Tu hai paura dell’ inguine? Punto di transito tra gli arti inferiori che ci radicano alla terra e il tronco che ci eleva verso azzurro e spirito. Sicché non c’é amore più antico e completo d’essere che quello che lega due emisferi. L’interezza non é che un miscuglio di tra fango e vento.
Luciano Venticinque
Grazie, Luciano, per la tua analisi preziosa, che sta in equilibrio tra misticismo e carnalità.
La morale comune spesso ci porta a dire “si fa ma non si dice”, ma la spiritualità di questi versi è ineffabile.