Hamed che aveva la testa tra le nuvole

Il maestro glielo diceva sempre quando per punirlo bacchettava le sue mani: «Tu hai la testa tra le nuvole!».

Hamed pensò al maestro Youssef quando Pedro, un medico di Emergency arrivato da un mese al villaggio, gli rubò un bacio in una sera di giugno.
«Pequeño, eres mi nefelibata!» (Sei il mio piccolo sognatore!) gli diceva Pedro, alludendo al fatto che avesse la mente persa tra le nuvole dei suoi pensieri. E Hamed sorrideva.

Alla fine dell’estate, Pedro tornò a Madrid. Non si sarebbero più rivisti.
Ma, con la partenza del giovane medico, arrivarono gli uomini vestiti di nero. In lunghe file scure, salivano verso il villaggio sollevando polvere e sabbia. In poche ore se ne impadronirono.

Hamed assistette attonito alla sequela di orrori degli sconosciuti vestiti di nero, con lo sguardo basso per evitare che leggessero il terrore nei suoi occhi scuri, fino a quel maledetto mercoledì.

A calci gli uomini del califfo buttarono giù la porta della casa di Hamed. Urlando misero a soqquadro ogni cosa, finché non lo trovarono rannicchiato in un angolo. Lui non capiva, provava solo terrore.

Subì ogni genere di tortura durante quella notte senza fine.
A mezzogiorno gli intimarono di alzarsi. Il volto tumefatto di Hamed non aveva più niente di umano. Lo obbligarono a salire le scale, che al giovane sembrarono infinite.

«Guardate questo rifiuto umano!» urlò quello che doveva essere il capo degli uomini in nero. «Questa è la fine che fanno i sodomiti!».
Solo allora Hamed capì di essere stato tradito da qualcuno degli abitanti del villaggio, solo allora comprese il perché di quella notte di sevizie.

Gli legarono le mani a una sedia di plastica, con le corde talmente strette che gli serravano anche l’anima. E, mentre le mani si intorpidivano, si sentì sollevare di peso.
Quando lo sbendarono, il terrore più puro si stagliò sul viso di Hamed. Al quarto piano della terrazza del municipio in costruzione, lui era sospeso nel vuoto.
«Questa è la fine di un sodomita!».
E una spinta lo sbalzò verso il basso, verso la folla vociante.

Hamed,  che aveva sempre avuto la testa tra le nuvole, volteggiava nel vuoto legato alla sedia, stringeva forte i braccioli come se potesse servire a qualcosa.
Ebbe solo il tempo di pensare un’ultima volta a Pedro e la sua testa sanguinante si trovò tra nuvole di sabbia.

(S.C., 28 febbraio 2017)

 

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