Torna sovente e prendimi,
palpito amato, allora torna e prendimi,
che si ridesta viva la memoria
del corpo, e antiche brame trascorrono nel sangue,
allora che le labbra ricordano e le carni ,
e nelle mani un senso tattile si riaccende.
Torna sovente e prendimi,la notte,
allora che le labbra ricordano, e le carni…
(Konstantinos Kavafis)
Ho sempre considerato due aspetti e due forze in questi versi di Kavafis il movimento e la dimensione tattile. Vieni, prendimi, torna, sovente, il sangue, la memoria…. tutto si muove. Le mani e le labbra si inseguono. Le labbra che si cercano. Il sangue simbolo sia del flusso emotivo che flusso di passione. Il corpo diventa ricettacolo di intensa espressione amorosa che si esprime in un continuo sfiorarsi e toccarsi. Ogni frammento di queste forze infine verrà assorbito da un altro movimento: quello della memoria. Il ricordo diventa ancora una volta carezza e tocco. Diventa ancora una passione che riaccende nuove carni quasi a rinnovarsi.
La notte é quel luogo che si illumina nel ricordo e quasi acquista sfumature di rosso. Quel cuore e quel sangue che rende vivi. Quel moto di creare la vita che sedimenta in una carezza vissuta e spesso riportata nella memoria del corpo e dell’ anima.
Luciano venticinque
Leggere le tue perle di analisi poetica è sempre un piacere!
A me ha sempre colpito la delicatezza dei verbi scelti da Kavafis per descrivere una speranza che è fatta di tenerezza e di passione.