La banalità del ma – M. Biani

open-arms-migranti-nataleIn un periodo storico come quello attuale, è quanto mai opportuno usare le parole giuste per descrivere ciò che accade intorno a noi. È proprio la correttezza delle parole che difetta nella narrazione corrente e così si chiama “invasione” un naturale flusso migratorio, “interesse nazionale” la propaganda xenofobica; si addita come “volontà degli italiani” la politica di odio sistematico di chi governa con il 17% del consenso; si banalizzano con slogan semplicistici problemi assai complessi ai quali non si sa trovare una soluzione efficace. Ma, se le parole possono essere pervertite a proprio uso e consumo per stravolgere la realtà dei fatti, è più difficile compiere questa miserabile operazione con le immagini. Il libro-raccolta delle più recenti vignette di Mauro Biani si colloca esattamente in questa visione.

libia-torture-1Sfogliare le pagine de “La banalità del ma”, edito da People, porta alla mente una delle opere più iconiche del secolo passato: la Guernica di Picasso, con la forza evocativa delle sue immagini. La brutalità della guerra, il progressivo decadimento dei valori umani e la disperazione delle vittime e degli ultimi descritti nell’opera del maestro spagnolo si ritrovano, con una visione più attuale e contestualizzata rispetto alla cronaca, nella raccolta delle vignette satiriche di Mauro Biani, che ci offre una denuncia quotidiana sempre puntuale. Anche quelle più vecchie si calano perfettamente nella cronaca del nostro tempo, come uno specchio che restituisce l’immagine impietosa e sincera di chi vi si pone davanti: perché in fondo siamo ancora quelli “della pietra e della fionda”, per dirla con Quasimodo.

Se in Guernica viene stravolto l’archetipo del presepe, nelle vignette di Biani questo modello culturale è estremamente minuscolo per accogliere l’umanità dei disperati. Una denuncia della crudeltà di certe azioni con una stilizzazione di impatto, che si concentra sulla reale natura delle vicende e dei personaggi, senza inutili orpelli che non aggiungerebbero alcunché alla descrizione di quanto accade. E non ci si trova davanti a una semplificazione banale, ma a una semplicità matura, che racconta con forza la complessità che sfugge alle urla dei talk show.

Pablo Picasso restituisce la precarietà dell’essere umano attraverso la deformità dei corpi, Biani offre la deformità delle coscienze attraverso l’immediatezza delle sue linee, evidenziando il mutamento pericoloso, che ha portato a essere sempre più disumani e meno empatici verso il dolore.

migranti-taxiOggi le parole vengono puntualmente usate come armi di distrazione di massa per distogliere lo sguardo dai problemi reali, alimentando odio e insicurezza, ma la genialità del vignettista romano inchioda chi legge, obbliga alla riflessione portando l’attenzione sul significato della cronaca. Così Biani non si sottrae ai temi che condizionano le nostre vite: il senso di precarietà, gli episodi di razzismo, la nuova schiavitù nei campi di pomodoro o la mortificazione della dignità umana nei lager libici, le atrocità delle guerre, la piaga della fame e dello sfruttamento, la crescente violenza fisica e verbale, le migrazioni, la politica interna e quella internazionale, la costruzione di barriere per separare le persone. Biani spoglia i luoghi comuni che rafforzano la paura dell’altro, di chi è diverso, e offre al lettore la forte debolezza dell’essere umano.

Piano piano la nostra società è scivolata verso un egoismo sempre più violento e fa male ripercorrere questo abbrutimento nel collage delle vignette di Mauro Biani. L’intento non è quello di rattristare, bensì quello di scandalizzare e invitare a riflettere per migliorare. Non è una polemica fine a se stessa, ma ha un respiro che va oltre la piccolezza di chi urla più forte per avere ragione: una vignetta satirica che non turba è perfettamente inutile. Con le sue matite, Biani persegue un intento critico e morale autentico, senza essere moralizzatore. Una satira sociale ironica ed efficace, mai ordinaria, che non fa sconti all’atrocità del benaltrismo, che contrappone continui “ma” alle realtà che coinvolgono ogni essere umano, perfino quella persona che sembra così lontana da noi.

La raffinata genialità di Mauro Biani invita a riflettere con il vigore di un pugno dritto allo stomaco, dà un’anima alle vignette, restituisce umanità alla cronaca.

In fondo abbiamo solo timore di accettare l’immagine che lo specchio restituisce e, se lo specchio è una pozzanghera, fa ancora più paura.

Salvatore Castrianni

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