(BLUES IN MEMORIA)
Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete il pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l’amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l’oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.
(W. H. Auden)
Cosa posso aggiungere? Non ci sono parole. E’ bellissima e grazie a te per avermela fatta conoscere.
I più la conoscono per via di un famoso film, ma io penso sia una delle poesie più belle di Auden e la traduzione in Italiano, sebbene fatta da specialisti, perde sempre la musicalità e la passione che il poeta ha voluto esprimere nella sua lingua madre.
Poesia meravigliosa…
E’ vero che le traduzioni, sebbene fatte molto bene, fanno sempre perdere qualcosa…
Perchè non ne posti qualcuna anche in lingua originale? 🙂
Il problema è che non tutti conoscono la lingua originale. Però mi hai dato lo spunto per pubblicare entrambe le versioni. Grazie! 🙂
Ce l’ho fatta!!! 🙂
Grazie Sal!
🙂
E’ vero, io ho sentito per la prima volta questa poesia in un film, ma la traduzione mi pare fosse diversa.
Ci son diverse traduzioni in Italiano e nessuna delle due rende al meglio il dolore del poeta. Diciamo che questa è quella che si avvicina di più.