Il governo di Orban in Ungheria ha reso un reato anche l’umanità: sfamare i migranti “illegali”. Devono morire di fame. E poco importa che siano esseri umani. È giusto lasciare una ciotola d’acqua davanti a un portone per permettere ai cani di dissetarsi durante i mesi di calura estiva perché siamo persone civili, ma se sono “clandestini” non bisogna offrire loro un ristoro.
Questa è solo l’ultima balordaggine in ordine di tempo che fomenta la xenofobia e non è necessario uscire dai confini italiani per toccare con mano un orrore simile. Basta pensare alle scorse elezioni in Italia per comprendere quanto lo spauracchio dell’immigrato mostrificato e reso un nemico pericoloso abbia ghermito la coscienza di tanti connazionali.
Se il verde prima era il colore della speranza, adesso è la tinta del razzismo. Una forza politica, che ha sempre avuto bisogno di un nemico da combattere, ha semplicemente spostato il mirino del proprio fucile: prima eravamo noi persone del Sud, i “terroni”, a dover essere ricoperti dalla lava del vulcano più prossimo per mascherare il nostro odore, mentre pure i cani fuggivano al nostro passaggio. Evidentemente, secondo questi personaggi politici, negli ultimi tempi abbiamo scoperto l’uso del deodorante e quindi ora sono i migranti sui bus a emanare un lezzo sgradevole, quegli stessi clandestini ospitati negli alberghi a cinque stelle con l’iPhone in mano e pagati dallo Stato, giusto per citare le falsità della propaganda xenofoba di questi imbonitori. Continua a leggere “Prima gli esseri umani. “Voi sapete, l’indifferenza uccide” di G. Civati” →