Sea Watch 3

Chiamavamo madre cara
il pallido miraggio
che si intravedeva tra le doglie:
quel lembo di terra avara
che respinge e non accoglie.
Era speranza lungo il viaggio
e scaldava le braccia spoglie,
ora in rada l’umanità è ostaggio
e il mare diventa bara.

(Salvatore Castrianni, 2019)

Triangolo rosa

Il triangolo rosa sul mio petto
è solo una lacrima del cuore
dolore che si mescola al sudore
di un’umanità che senza biglietto
sfugge alla geometria dell’amore.

27 gennaio 2019, Giornata della Memoria

(Salvatore Castrianni, 2019)

Il capitale disumano. Salvini e l’odio per decreto.

Ieri, attraverso l’abusata modalità del voto di fiducia che accomuna tutti i governi recenti, il Parlamento italiano ha approvato le norme in materia di “sicurezza” del ministro Salvini, sempre che si possa parlare di sicurezza dei cittadini. Sarebbe più corretto, infatti, parlare di slogan che solleticano la pancia degli italiani poco informati, con una propaganda mirata a diffondere odio e paura al fine di creare un nemico immaginario da combattere. Sfruttando l’arcaico istinto del terrore di ciò che non si conosce, il governo pentaleghista sta infatti scientemente fomentando questo sentimento negativo per sfruttare il neonato pericolo per un tornaconto elettorale nel brevissimo periodo.

Nel libro “Il capitale disumano. Salvini e l’odio per decreto” curato da Giuseppe Civati, Andrea Maestri, Stefano Catone e Giampaolo Coriani, viene smascherata la miope politica di questo governo pericoloso e che rende i cittadini sempre più insicuri e ostaggi dei pregiudizi che discriminano i migranti sia sul piano amministrativo sia sul piano legislativo. Continua a leggere “Il capitale disumano. Salvini e l’odio per decreto.”

Pioverà dentro le nostre case scoperchiate

Quando non si chiamano le cose con il proprio nome, si crea confusione. E la confusione è come un uragano che pian piano si autoalimenta, diventando poi devastante.

Molti si sono accorti solo ora che il vento è cambiato. Oggi che gli alberi sono stati sradicati, che il raccolto nei campi è stato decimato. E, quando noi indicavamo la tromba d’aria all’orizzonte ed evidenziavamo l’insufficienza delle strutture che avrebbero dovuto proteggere la casa, venivamo scherniti con epiteti ornitologici e liquidati con battute sprezzanti degne del peggior teatro di avanspettacolo.

In questi anni, come un mantra hanno ripetuto che destra e sinistra fossero categorie superate, che si potesse essere autosufficienti con un click, che ci si potesse accordare con questo e con quello, che si potesse lavorare su accordi programmatici, puntualmente disattesi poi.  Continua a leggere “Pioverà dentro le nostre case scoperchiate”

Orizzonte

Ed è la linea dell’orizzonte
che mi fa sentire impercettibile
allo sguardo del cielo remoto,
microscopico nella vastità del tutto
di cui sono atomo infinito.

(Salvatore Castrianni, 2018)

Canto XVII

Vorrei sedermi vicino a te in silenzio,
ma non ne ho il coraggio: temo che
il mio cuore mi salga alle labbra.
Ecco perché parlo stupidamente e nascondo
il mio cuore dietro le parole.
Tratto crudelmente il mio dolore per paura
che tu faccia lo stesso.

(Federico García Lorca)


La poesia di Federico García Lorca è caratterizzata dai temi dell'amore e del silenzio. 

A Víznar, il 19 agosto 1936, i fascisti lo fucilarono e lo gettarono in una fossa comune.

Visse solo 38 anni, ma ci ha donato poesie sublimi come questa.

Prima gli esseri umani. “Voi sapete, l’indifferenza uccide” di G. Civati

Il governo di Orban in Ungheria ha reso un reato anche l’umanità: sfamare i migranti “illegali”. Devono morire di fame. E poco importa che siano esseri umani. È giusto lasciare una ciotola d’acqua davanti a un portone per permettere ai cani di dissetarsi durante i mesi di calura estiva perché siamo persone civili, ma se sono “clandestini” non bisogna offrire loro un ristoro.

Questa è solo l’ultima balordaggine in ordine di tempo che fomenta la xenofobia e non è necessario uscire dai confini italiani per toccare con mano un orrore simile. Basta pensare alle scorse elezioni in Italia per comprendere quanto lo spauracchio dell’immigrato mostrificato e reso un nemico pericoloso abbia ghermito la coscienza di tanti connazionali.

Se il verde prima era il colore della speranza, adesso è la tinta del razzismo. Una forza politica, che ha sempre avuto bisogno di un nemico da combattere, ha semplicemente spostato il mirino del proprio fucile: prima eravamo noi persone del Sud, i “terroni”, a dover essere ricoperti dalla lava del vulcano più prossimo per mascherare il nostro odore, mentre pure i cani fuggivano al nostro passaggio. Evidentemente, secondo questi personaggi politici, negli ultimi tempi abbiamo scoperto l’uso del deodorante e quindi ora sono i migranti sui bus a emanare un lezzo sgradevole, quegli stessi clandestini ospitati negli alberghi a cinque stelle con l’iPhone in mano e pagati dallo Stato, giusto per citare le falsità della propaganda xenofoba di questi imbonitori. Continua a leggere “Prima gli esseri umani. “Voi sapete, l’indifferenza uccide” di G. Civati”

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