Momenti di tenerezze fugaci

Momenti di tenerezze fugaci
in attimi eterni arrestano
l’inesorabilità del tempo.

E si schiude il Paradiso
per quegli istanti segreti
in cui il mondo svanisce

mentre tra le labbra rimane
soltanto la forza del silenzio
che la passione alimenta.

(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)

 

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Il poeta è un uomo pressoché inutile

Il poeta è un uomo pressoché inutile perché non genera valore economico, se non da morto, non produce merci, non fabbrica prodotti spendibili.
Il poeta è un essere prepotentemente molesto perché non sta mai zitto, perché non si asservisce al potere, perché guarda al di là delle ombre, perché analizza gli eventi con gli occhi dell’introspezione pura.
Se avessimo dato retta a certi critici, a certi filologi, a certi letterati e a certi editori, non avremmo mai avuto Saba, Montale, Ungaretti, Pozzi, Penna e Merini, saremmo ancora fermi al canone petrarchesco.
Quando certuni capiranno che la poesia è carne viva, è sogno, è disperata speranza, è codificazione e sperimentazione allo stesso tempo, quando certuni capiranno che la poesia è creazione onirica e reale e che va oltre le forsennate analisi degli esegeti dell’ultima ora sarà troppo tardi.

(Salvatore Castrianni, 2016)

L’Aquila trema

È sconquassato il mondo di notte,
si delinea un tristo scenario
di morte, s’alza mesto un sipario:
vite minute a brandelli ridotte.

Trema la terra che tutto inghiotte,
muta la casa in vile ossario
pure la pietra diventa un sudario.
Si fugge come selvatiche frotte.

Della natura s’ode il vigore,
piangon le madri la morte dei figli
schiacciati dalle gravose macerie,

vinti nei loro tiepidi giacigli,
sì indifesi nel notturno algore,
che involge queste mortali miserie.

(Sonetto per il terremoto de L’Aquila, 2009, Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)

 

Silenzio

Silenzio.
Ché s’ode un rumore nel nulla
dopo il crudele sconquasso
flebile echeggia una voce
nella polverosa sacca d’aria.

Silenzio.
Pietà chiede alla maceria
che sottrae la salvifica luce
e muta il tellurico collasso
la casa in lugubre culla.

(Salvatore Castrianni, Terremoto Centro Italia, 3:36, 24 agosto 2016)

 

La pace

La pace non è umana,
ma un fugace riflesso divino,
che traluce in seno alla guerra.
Tace, non può l’uomo udirne
la voce ormai da tempo silente;
una coltre di pece ricopre il mondo.

(Salvatore Castrianni, Ladro di Emozioni, 2006)

Terra antica d’agavi e fichi

Terra antica d’agavi e fichi,
terra mia cara che ardi e avvampi,
ti scopro ancor incantevole,
a ogni recondito tuo angolo
sento che non ti conosco.

Terra di ginestre e canneti,
terra mia cullata dal mare,
i tuoi monti toccano il cielo
e mi perdo nella tua storia,
che il vile presente confonde.

 

(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)

 

Non parlarmi d’amore

 

ad A.

 

Non parlarmi d’amore
come si parla del domani
che è già adesso e fugge.
Tu che mi rapisci la mente
raccontami della quotidianità
della vita che ci attraversa
quando la passione ormai ci spossa.
Io posso solo dedicarti poesie
perché con te i versi non restano
sulla carta che ingiallisce
ma si sollevano e volteggiano
nell’aria che raccoglie il nostro odore
e mentre ti sussurro all’orecchio
sento che mi respiri sul cuore. Continua a leggere “Non parlarmi d’amore”

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