Avevamo studiato per l’aldilà (Montale)

Avevamo studiato per l’aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.

Non ho mai capito se io fossi
il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell’alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello:
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.

(Eugenio Montale, Xenia) Continua a leggere “Avevamo studiato per l’aldilà (Montale)”

Arietta dimenticata (Paul Verlaine)

Piange il mio cuore
Come piove sulla città;
Cos’è questo languore
Che penetra nel mio cuore?

O dolce rumore della pioggia
Sulla terra e sopra i tetti!
Per un cuore che s’annoia,
Oh, il canto della pioggia!

Piange senza ragione
Questo cuore che s’accora.
Che! Nessun tradimento?
È un lutto senza ragione.

Ed è la peggior pena
Non sapere perché
Senza odio e senza amore
Il mio cuore ha tanta pena!

(Paul Verlaine) Continua a leggere “Arietta dimenticata (Paul Verlaine)”

Candele (Konstantinos Kavafis)

Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde, e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.

(Kostantinos Kavafis)

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Dicotomia

Stupendo
come il cielo a mezzanotte,
l’amore nostro
la freddezza del tramonto
non ha mai conosciuto.
Parlarti
senza muovere le labbra,
abbracciarti
senza nemmeno sfiorarti,
baciarti dolcemente
senza che le nostre bocche s’incontrino,
vivere con te
e non averti mai incontrato.
Questa è la dicotomia
che il nostro amore
particolare ed unico rende,
che fa splendere nei tuoi occhi
le stelle a mezzogiorno,
che fa tramontare il sole all’alba
solo sul tuo corpo.

(Salvatore Castrianni, “Ladro di emozioni“, 2006) Continua a leggere “Dicotomia”

Gli inguini (Alda Merini)

Gli inguini sono la forza dell’anima,
tacita, oscura,
un germoglio di foglie
da cui esce il seme del vivere.
Gli inguini sono tormento,
sono poesia e paranoia,
delirio di uomini.
Perdersi nella giungla dei sensi,
asfaltare l’anima di veleno,
ma dagli inguini può germogliare Dio
e sant’Agostino e Abelardo,
allora il miscuglio delle voci
scenderà fino alle nostre carni
a strapparci il gemito oscuro
delle nascite ultraterrestri.

(Alda Merini,  “La terra santa”) Continua a leggere “Gli inguini (Alda Merini)”

I ragazzi che si amano (Jacques Prévert)

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo
i loro risolini la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più in alto del sole
nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

(Jacques Prévert) Continua a leggere “I ragazzi che si amano (Jacques Prévert)”

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