Vieni, tienimi per mano.
Mentre il mare ci bagna i piedi,
i nostri occhi si innamorano
e lasciamo che le orme sulla spiaggia
traccino un cammino a noi ignoto.
(Salvatore Castrianni, 2017) Continua a leggere “Vieni, tienimi per mano”
La Poesia è un tarlo, che divora il nulla e dona libertà.
Vieni, tienimi per mano.
Mentre il mare ci bagna i piedi,
i nostri occhi si innamorano
e lasciamo che le orme sulla spiaggia
traccino un cammino a noi ignoto.
(Salvatore Castrianni, 2017) Continua a leggere “Vieni, tienimi per mano”
È folle lo stupore che provo
incrociando il tuo sguardo
innamorato e vorrei difendere
questo nostro amore segreto
dalle nefande offese del mondo.
(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013) Continua a leggere “È folle lo stupore che provo”
Straniera al nostro martirio
è la memoria vostra:
tace e più non ode il mugghio
che erose le calcaree rocce
che inumarono le esistenze
le anime nostre legate
dall’indeformabile dolce
trafilato d’acciaio
e solo le torrentizie acque
placano l’arsura delle gole
soffocate in quegli antri
che voi chiamate foibe.
(Salvatore Castrianni, “Ladro di emozioni“, 2006) Continua a leggere “Foibe”
O look, look in the mirror,
O look in your distress:
Life remains a blessing
Although you cannot bless.
(As I Walked Out One Evening, Wystan Hugh Auden)
_ _ _
Oh, guarda, guardati allo specchio,
osserva la tua angoscia:
la vita è ancora una benedizione
anche se benedire tu non sai.
*Una mia libera traduzione*
(Salvatore Castrianni, 2016) Continua a leggere “O look, look in the mirror”
La poesia non ha nulla a che fare con la versificazione.
Consiste in ciò che si trova nel mondo, al di qua di quanto ci è permesso di osservare
~René Magritte Continua a leggere “La poesia non ha nulla a che fare con la versificazione. “
Momenti di tenerezze fugaci
in attimi eterni arrestano
l’inesorabilità del tempo.
E si schiude il Paradiso
per quegli istanti segreti
in cui il mondo svanisce
mentre tra le labbra rimane
soltanto la forza del silenzio
che la passione alimenta.
(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)
Il poeta è un uomo pressoché inutile perché non genera valore economico, se non da morto, non produce merci, non fabbrica prodotti spendibili.
Il poeta è un essere prepotentemente molesto perché non sta mai zitto, perché non si asservisce al potere, perché guarda al di là delle ombre, perché analizza gli eventi con gli occhi dell’introspezione pura.
Se avessimo dato retta a certi critici, a certi filologi, a certi letterati e a certi editori, non avremmo mai avuto Saba, Montale, Ungaretti, Pozzi, Penna e Merini, saremmo ancora fermi al canone petrarchesco.
Quando certuni capiranno che la poesia è carne viva, è sogno, è disperata speranza, è codificazione e sperimentazione allo stesso tempo, quando certuni capiranno che la poesia è creazione onirica e reale e che va oltre le forsennate analisi degli esegeti dell’ultima ora sarà troppo tardi.
(Salvatore Castrianni, 2016)
È sconquassato il mondo di notte,
si delinea un tristo scenario
di morte, s’alza mesto un sipario:
vite minute a brandelli ridotte.
Trema la terra che tutto inghiotte,
muta la casa in vile ossario
pure la pietra diventa un sudario.
Si fugge come selvatiche frotte.
Della natura s’ode il vigore,
piangon le madri la morte dei figli
schiacciati dalle gravose macerie,
vinti nei loro tiepidi giacigli,
sì indifesi nel notturno algore,
che involge queste mortali miserie.
(Sonetto per il terremoto de L’Aquila, 2009, Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)