Onirica visione

Scerpa il tristo velo del lutto, madre,
non levare al cielo discosto
le mani che afferrano il ricordo
del figlio che t’ha abbandonata.
Tergi l’amante volto dal rigo
che le salate lacrime tracciano,
deturpandone l’armonia.
È un triste giorno la vita,
che volge sempre al tramonto,
e anzitempo sopraggiunse la mia notte
assai spesso invocata.
Termina così la mia breve corsa
nell’affanno del sole che si spegne
e sulla polverosa pietraia più nulla fiorisce.
Non è la durata del cammino che conta, madre,
quanto la volontà di arrivare per primi al traguardo
e io per me sono giunto sempre per ultimo.
Ma è ancora più arduo sostenere
la cruda realtà che alla fine
non c’è alcuno ad attenderci.
Così tu non patire la mia assenza,
ma serba serena i ricordi che furono nostri.

(Salvatore Castrianni, “Memorie Proibite”, 2013)

 

 

Conoscemmo anche noi

Conoscemmo anche noi
la mesta via del Golgota
sotto quell’inumano peso
d’una croce mai piallata.

Ma non c’erano lagrimanti
vergini a compassionarci
donne a far lamenti su di noi
a tergerci il volto disperate.

Non si spezzarono le rocce
mai si eclissò alcun sole
o s’oscurò il cielo discosto
da ogni nostro acuto dolore.

Cresce così in noi il rifiuto
d’essere ancora novelli Cristi
e scopriamo che di un dio
non siamo mai stati figli.

(Salvatore Castrianni, “Memorie Proibite”, 2013)

 

Non guardarmi ora come si guarda

Non guardarmi ora come si guarda
una vecchia fotografia sbiadita
dagli anni, cercando di scrutare
oltre le espressioni e gli sguardi
di chi accenna un sorriso schivo.
Vedi, questo tempo che ci consuma
non potrà mai mutare la natura
del ricordo che in me di te serbo,
sebbene adesso le tue mani
saldamente stringano altre mani
e i tuoi grandi occhi scuri ora
in altri occhi che non sono i miei
si riflettano, mentre io mi perdo.

(Salvatore Castrianni, 9 marzo 2014)

 

Alla sola memoria d’Antigone

Alla sola memoria d’Antigone
si addicono le gesta di carità
che superano i terreni decreti
e svaniscono come profumate
essenze all’aria quei precetti che
seguitate a professare divini
ancorché quali equoree spume
sull’arena rovente si rompano.

(Salvatore Castrianni, “Memorie Proibite” 2013)

Assai spesso avverto…

Assai spesso avverto
la mia totale incapacità
a contenere l’affetto
quotidiano che mi doni
e mi sento insufficiente
a sillabare le emozioni
che dentro me turbinano.

(Salvatore Castrianni, “Memorie Proibite” 2013)

 

Solo le persone che si scordano

A G.

Quando pure il tuo male passerà
ci ritroveremo di nuovo insieme
a ripercorrere le nostre strade
oltremodo certi che si perdono
solo le persone che si scordano.

(Salvatore Castrianni, “Memorie Proibite” 2013)

Ho ritrovato il gioco del quindici

Ho ritrovato il gioco del quindici,
l’azzurra plastica della cornice,
quelle tessere rosa che le mie
mani bambine leste scorrevano
per capire la dorata logica
dei numeri dall’uso scoloriti.
Era il martedì di Pentecoste
e, mentre il paese era in festa,
illuminava la gioia i miei
occhi piccini. “Grazie, nonna!” dissi
e la mano sempre pronta a donare
infinite volte mi carezzava.
Ora che più non ci sei, a giocare
riprovo, ma fatica quell’incastro
tra le mie dita ormai adulte
e vorrei che semplice tornasse
la vita al tuo fianco seduto,
quando lieti trascorrevano i giorni.
Ora il gioco è solo un rompicapo.

(Salvatore Castrianni, “Memorie Proibite” 2013)

 

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