I limoni (Eugenio Montale)

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta. Continua a leggere “I limoni (Eugenio Montale)”

Momenti di tenerezze fugaci

Momenti di tenerezze fugaci
in attimi eterni arrestano
l’inesorabilità del tempo.

E si schiude il Paradiso
per quegli istanti segreti
in cui il mondo svanisce

mentre tra le labbra rimane
soltanto la forza del silenzio
che la passione alimenta.

(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)

 

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L’Aquila trema

È sconquassato il mondo di notte,
si delinea un tristo scenario
di morte, s’alza mesto un sipario:
vite minute a brandelli ridotte.

Trema la terra che tutto inghiotte,
muta la casa in vile ossario
pure la pietra diventa un sudario.
Si fugge come selvatiche frotte.

Della natura s’ode il vigore,
piangon le madri la morte dei figli
schiacciati dalle gravose macerie,

vinti nei loro tiepidi giacigli,
sì indifesi nel notturno algore,
che involge queste mortali miserie.

(Sonetto per il terremoto de L’Aquila, 2009, Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)

 

Non calcheranno questa sabbia

Non calcheranno questa sabbia
i piedi scalzi feriti dalla gelida acqua
che trafigge come acuminati
spilli i corpi e le anime
e nell’abisso blu annega
la speranza dell’umana dignità.

(Salvatore Castrianni, 20 febbraio 2016,  Naufragio di Siculiana)

Quando sarò solo un ricordo

Quando sarò solo un ricordo
confuso nella tua memoria
quando qualcun altro prenderà
il mio posto nei tuoi pensieri
capirai che non è eterno l’amore
ma soltanto il grido di un’anima
che cerca la sua dimensione di vita.

(Salvatore Castrianni, “Memorie Proibite”, 2013)

 

Diffido del sempre degli amanti

Diffido del sempre degli amanti
delle parole sussurrate nel buio
non tremo più se odo la tua voce
recitare gli improperi d’amore
i versi delle passioni scorrere
sui nostri corpi nudi e spossati
eppure vorrei stringerti ancora
e nuovamente giurarti “per sempre”.

(Salvatore Castrianni, “Memorie Proibite”, 2013)

 

Avrei voluto domandarti, mamma

Avrei voluto domandarti, mamma,
delle speranze anzitempo infrante,
d’una giovane madre che al suo seno
stringeva un bimbo che lieto dormiva,
delle attese deluse che un sacro
silenzio teneramente cullava.
Unisono al tuo palpitava quel mio
cuore piccino e uno era il respiro.
E vorrei chiederti dei giorni in cui
un bacio bastava a consolare
il pianto e le tue braccia eran riparo,
quando le carezze odoravano
d’un delicato profumo materno
e di quando il tempo ha interrotto
quel sogno che ci rendeva felici.

(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”)

 

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