Nella notte che geme il tuo patire (Alda Merini)

Nella notte che geme il tuo patire
irto di inganni e che dannata cresce
questa stanca paura di dormire
che mi abbaglia pure l’avvenire
che tarda invece.

Così su questa grazia malaccorta
di gemme che mi fa a volte paura
la tua possanza pur raccolta e pura
si gemma di prudenza.

Potessi amore mio di te far senza
mentre che mi aggroviglio alle distanze
ferma come se fossi il mio destino cieco
trovo in te che sei divino
l’ansia di questo fervido divieto,

O tu possente mia carezza e vento
dimmi che sento ancora la violenza
di un sussulto profondo e magistrale
dimmi amore che non sei il mio maestrale
ma solo vento.

Alda Merini
da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino

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Non chiederci la parola (E. Montale)

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

(Eugenio Montale, Ossi di seppia) Continua a leggere “Non chiederci la parola (E. Montale)”

Nel fumo (E. Montale)

Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. È un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

(E. Montale) Continua a leggere “Nel fumo (E. Montale)”

La Morte (Paul Verlaine)

a Victor Hugo

Come un mietitore la cui falce cieca
abbatte il fiordaliso e insieme il duro cardo,
come piombo crudele che nella corsa brilla,
sibila e inesorabile fende l’aria a colpirvi;

così l’orrenda morte si mostra sopra un drago,
passando tra gli umani come un tuono,
rovesciando, folgorando ogni cosa che incontri
impugnando una falce tra le livide mani.

Ricco, vecchio, giovane, povero, al suo lugubre impero
tutti obbediscono; nel cuore dei mortali
il mostro affonda, ahimè!, unghie di vampiro!
e sui bambini infierisce come sui criminali: Continua a leggere “La Morte (Paul Verlaine)”

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