Odo il tuo riso spensierato
tra i fichidindia e le cicale
e s’empie l’animo di pace
al sussurrar della tua voce.
Trascorrerei infinite ore
in silenzio senza parlare
a ritmare il nostro respiro
con le frante onde del mare.
E rivelano quei barlumi
delle candele consumate
degli occhi tuoi l’intensa luce
dov’io mi perdo estasiato.
(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 20013)