Vi ho visti mentre la folla

Vi ho visti mentre la folla
urlava contro il governo
e i poliziotti schierati
violavano i vostri baci
di sottecchi e sgomitando
con avvelenata malizia.
E avrei voluto urlare loro:
“Non osservate gli amanti
che si baciano per la strada!
Non spiate il loro sentimento,
non appartenete al sogno
che le labbra negano al tempo.
Ora il mondo è solo loro.”

(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)

 

Odo il tuo riso spensierato

Odo il tuo riso spensierato
tra i fichidindia e le cicale
e s’empie l’animo di pace
al sussurrar della tua voce.

Trascorrerei infinite ore
in silenzio senza parlare
a ritmare il nostro respiro
con le frante onde del mare.

E rivelano quei barlumi
delle candele consumate
degli occhi tuoi l’intensa luce
dov’io mi perdo estasiato.

(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 20013)

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Nella notte che geme il tuo patire (Alda Merini)

Nella notte che geme il tuo patire
irto di inganni e che dannata cresce
questa stanca paura di dormire
che mi abbaglia pure l’avvenire
che tarda invece.

Così su questa grazia malaccorta
di gemme che mi fa a volte paura
la tua possanza pur raccolta e pura
si gemma di prudenza.

Potessi amore mio di te far senza
mentre che mi aggroviglio alle distanze
ferma come se fossi il mio destino cieco
trovo in te che sei divino
l’ansia di questo fervido divieto,

O tu possente mia carezza e vento
dimmi che sento ancora la violenza
di un sussulto profondo e magistrale
dimmi amore che non sei il mio maestrale
ma solo vento.

Alda Merini
da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino

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Nel fumo (E. Montale)

Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. È un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

(E. Montale) Continua a leggere “Nel fumo (E. Montale)”

La Morte (Paul Verlaine)

a Victor Hugo

Come un mietitore la cui falce cieca
abbatte il fiordaliso e insieme il duro cardo,
come piombo crudele che nella corsa brilla,
sibila e inesorabile fende l’aria a colpirvi;

così l’orrenda morte si mostra sopra un drago,
passando tra gli umani come un tuono,
rovesciando, folgorando ogni cosa che incontri
impugnando una falce tra le livide mani.

Ricco, vecchio, giovane, povero, al suo lugubre impero
tutti obbediscono; nel cuore dei mortali
il mostro affonda, ahimè!, unghie di vampiro!
e sui bambini infierisce come sui criminali: Continua a leggere “La Morte (Paul Verlaine)”

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