Questa volta lasciami
essere felice,
non è successo nulla a nessuno
non sono in nessun luogo,
semplicemente
sono felice
nei quattro angoli
del cuore, camminando,
dormendo o scrivendo. Continua a leggere “Questa volta lasciami essere felice (P. Neruda)”
Meriggiare pallido e assorto (E. Montale)
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche. Continua a leggere “Meriggiare pallido e assorto (E. Montale)”
In sordina (Paul Verlaine)
Calmi nella penombra
che gli alti rami spargono
penetriamo il nostro amore
di questo silenzio profondo.
Uniamo le nostre anime, i cuori
ed i sensi in estasi,
in mezzo ai vaghi languori
dei pini e dei corbezzoli.
Socchiudi gli occhi,
incrocia le braccia sul seno,
e dal tuo cuore assopito
scaccia per sempre ogni progetto. Continua a leggere “In sordina (Paul Verlaine)”
Alle fronde dei salici (S. Quasimodo)
E come potevano noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
(Salvatore Quasimodo)
Paris at night (Jacques Prévert)
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte.
Il primo per vederti il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
(Jacques Prévert) Continua a leggere “Paris at night (Jacques Prévert)”
Avevamo studiato per l’aldilà (Montale)
Avevamo studiato per l’aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.
Non ho mai capito se io fossi
il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell’alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello:
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.
(Eugenio Montale, Xenia) Continua a leggere “Avevamo studiato per l’aldilà (Montale)”
Le parole (E. Montale)
Le parole
se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l’inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto; Continua a leggere “Le parole (E. Montale)”
Arietta dimenticata (Paul Verlaine)
Piange il mio cuore
Come piove sulla città;
Cos’è questo languore
Che penetra nel mio cuore?
O dolce rumore della pioggia
Sulla terra e sopra i tetti!
Per un cuore che s’annoia,
Oh, il canto della pioggia!
Piange senza ragione
Questo cuore che s’accora.
Che! Nessun tradimento?
È un lutto senza ragione.
Ed è la peggior pena
Non sapere perché
Senza odio e senza amore
Il mio cuore ha tanta pena!
(Paul Verlaine) Continua a leggere “Arietta dimenticata (Paul Verlaine)”