La pace non è umana,
ma un fugace riflesso divino,
che traluce in seno alla guerra.
Tace, non può l’uomo udirne
la voce ormai da tempo silente;
una coltre di pece ricopre il mondo.
(Salvatore Castrianni, Ladro di Emozioni, 2006)
La Poesia è un tarlo, che divora il nulla e dona libertà.
La pace non è umana,
ma un fugace riflesso divino,
che traluce in seno alla guerra.
Tace, non può l’uomo udirne
la voce ormai da tempo silente;
una coltre di pece ricopre il mondo.
(Salvatore Castrianni, Ladro di Emozioni, 2006)
Terra antica d’agavi e fichi,
terra mia cara che ardi e avvampi,
ti scopro ancor incantevole,
a ogni recondito tuo angolo
sento che non ti conosco.
Terra di ginestre e canneti,
terra mia cullata dal mare,
i tuoi monti toccano il cielo
e mi perdo nella tua storia,
che il vile presente confonde.
(Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)
Ed amai nuovamente; e fu di Lina
dal rosso scialle il più della mia vita.
Quella che cresce accanto a noi, bambina
dagli occhi azzurri, è dal suo grembo uscita.
Trieste è la città, la donna è Lina,
per cui scrissi il mio libro di più ardita
sincerità; né dalla sua fu fin ad oggi mai l’anima partita. Continua a leggere “E amai nuovamente”
Ho pianto i tuoi morti
perché erano i miei.
Ho pianto i tuoi morti
a Madrid e a Londra,
a Parigi e a Tolosa,
a Boston e a San Bernardino
e poi a Bruxelles.
Ho pianto i tuoi morti
anche dove non arriva
il sole della tua carità.
Ho pianto i tuoi morti
perché con loro era offesa
anche la mia dignità. Continua a leggere “Ho pianto i tuoi morti a Orlando.”
ad A.
Non parlarmi d’amore
come si parla del domani
che è già adesso e fugge.
Tu che mi rapisci la mente
raccontami della quotidianità
della vita che ci attraversa
quando la passione ormai ci spossa.
Io posso solo dedicarti poesie
perché con te i versi non restano
sulla carta che ingiallisce
ma si sollevano e volteggiano
nell’aria che raccoglie il nostro odore
e mentre ti sussurro all’orecchio
sento che mi respiri sul cuore. Continua a leggere “Non parlarmi d’amore”
Non calcheranno questa sabbia
i piedi scalzi feriti dalla gelida acqua
che trafigge come acuminati
spilli i corpi e le anime
e nell’abisso blu annega
la speranza dell’umana dignità.
(Salvatore Castrianni, 20 febbraio 2016, Naufragio di Siculiana)
Esplode dei ladri di vita
l’infima e perversa collera
che agli affetti sottrae
le esistenze sorprese,
si fanno improvvisamente
grandi i caratteri brevi
che aprono le porte
ai sopravvissuti attoniti.
Spenta è la Torre,
trema la voce,
tace la vita,
muore la pace.
(Salvatore Castrianni, 13 novembre 2015)
Alcune solitudini invisibili
non sono contemplate dalle parole,
dalle opinioni e dai discorsi,
che nel nulla molesti turbinano
e solo i silenzi restituiscono
dignità all’ansia di sperare.
(Salvatore Castrianni, 2015)