L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili,
delle carte, dei quadri che stipavano
un sotterraneo chiuso a doppio lucchetto.
Forse hanno ciecamente lottato i marocchini
rossi, le sterminate dediche di Du Bos,
il timbro a ceralacca con la barba di Ezra,
il Valéry di Alain, l’originale
dei Canti Orfici – e poi qualche pennello
da barba, mille cianfrusaglie e tutte
le musiche di tuo fratello Silvio.
Dieci, dodici giorni sotto un’atroce morsura
di nafta e sterco. Certo hanno sofferto
tanto prima di perdere la loro identità. Continua a leggere “L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili – Eugenio Montale”
L’Aquila trema
È sconquassato il mondo di notte,
si delinea un tristo scenario
di morte, s’alza mesto un sipario:
vite minute a brandelli ridotte.
Trema la terra che tutto inghiotte,
muta la casa in vile ossario
pure la pietra diventa un sudario.
Si fugge come selvatiche frotte.
Della natura s’ode il vigore,
piangon le madri la morte dei figli
schiacciati dalle gravose macerie,
vinti nei loro tiepidi giacigli,
sì indifesi nel notturno algore,
che involge queste mortali miserie.
(Sonetto per il terremoto de L’Aquila, 2009, Salvatore Castrianni, “Memorie proibite”, 2013)
Silenzio
Silenzio.
Ché s’ode un rumore nel nulla
dopo il crudele sconquasso
flebile echeggia una voce
nella polverosa sacca d’aria.
Silenzio.
Pietà chiede alla maceria
che sottrae la salvifica luce
e muta il tellurico collasso
la casa in lugubre culla.
(Salvatore Castrianni, Terremoto Centro Italia, 3:36, 24 agosto 2016)
La pace
La pace non è umana,
ma un fugace riflesso divino,
che traluce in seno alla guerra.
Tace, non può l’uomo udirne
la voce ormai da tempo silente;
una coltre di pece ricopre il mondo.
(Salvatore Castrianni, Ladro di Emozioni, 2006)
E amai nuovamente
Ed amai nuovamente; e fu di Lina
dal rosso scialle il più della mia vita.
Quella che cresce accanto a noi, bambina
dagli occhi azzurri, è dal suo grembo uscita.
Trieste è la città, la donna è Lina,
per cui scrissi il mio libro di più ardita
sincerità; né dalla sua fu fin ad oggi mai l’anima partita. Continua a leggere “E amai nuovamente”
Non calcheranno questa sabbia
Non calcheranno questa sabbia
i piedi scalzi feriti dalla gelida acqua
che trafigge come acuminati
spilli i corpi e le anime
e nell’abisso blu annega
la speranza dell’umana dignità.
(Salvatore Castrianni, 20 febbraio 2016, Naufragio di Siculiana)
Ecatombe
Si dissolvono con l’acqua salata
lacrime di mortifero terrore
e si offrono a cento a cento
le vite annegate di speranza.
Diviene muto avello l’abisso
profondo che di rosso mai si tinge.
(Salvatore Castrianni, 2015)
19 aprile 2015
In memoria delle stragi dei migranti.
Non chiederci la parola (E. Montale)
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
(Eugenio Montale, Ossi di seppia) Continua a leggere “Non chiederci la parola (E. Montale)”